Che fine ha fatto l’olio di palma

l'avocado è in Sicilia

by Maria Mantova
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Nell’industria alimentare ci sono due ingredienti che hanno attirato la mia attenzione, l’olio di palma (da sempre grandemente utilizzato e poi aspramente criticato e quasi bandito) e l’avocado, molto pubblicizzato e decantato.

L’olio di palma è stato criticato per i suoi impatti ambientali e potenziali effetti negativi sulla salute.

L’avocado, invece, nonostante abbia ripercussioni sull’ambiente, è diventato un alimento di tendenza molto apprezzato e divulgato positivamente.

L’olio di palma è un olio vegetale estratto dai frutti dell’albero della palma.

È solido a temperatura ambiente, come il burro e altri grassi animali. Se non viene raffinato, è arancione perché ricco di betacarotene (un precursore della vitamina A).

Più utilizzato dall’industria alimentare è l’olio di palmisto, estratto dai semi della stessa pianta. È di colore giallo e contiene una elevata quantità di acido laurico, un acido grasso saturo. L’olio di palma contiene circa il 50% di grassi saturi, mentre l’olio di palmisto può contenerne fino all’80%.

Qualche anno fa è scoppiato un vero e proprio caso su e contro l’olio di palma perchè ricco di elevate quantità di acidi grassi saturi, pericolosi per la salute di arterie e cuore, e di composti cancerogeni tali da poter aumentare il rischio di sviluppare un tumore.

Ma è davvero nocivo l’olio di palma?

Ed ora che se ne sta parlando di meno le aziende come si stanno comportando? Dopo averlo abolito o ridotto, lo hanno reinserito come ingrediente?

Iniziamo col dire che l’EFSA   (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) non ha mai chiesto il bando dell’olio di palma perché “è difficile che concentrazioni pericolose siano raggiunte con la normale alimentazione”.

In uno studio condotto dall’Autorità si nota che negli ultimi anni il contenuto di queste sostanze nei prodotti industriali è  diminuito poiché le industrie hanno modificato i processi produttivi.

Ad onor del vero, anche altri olii vegetali sviluppano le medesime sostanze nocive, seppur in concentrazioni minori, con effetti negativi per altri aspetti della salute non legati ai tumori.

È ormai noto ai più che l’olio di palma è ampiamente utilizzato in diversi settori (industria alimentare, cosmetica e biocarburanti.

La produzione su larga scala di olio di palma ha causato la distruzione delle foreste pluviali in varie regioni, minacciando la biodiversità e contribuendo al cambiamento climatico.

Data la crescente preoccupazione pubblica, molte aziende alimentari e cosmetiche hanno adottato misure per rendere l’utilizzo dell’olio di palma più sostenibile.

Molte di loro, si sono impegnate a utilizzare solo olio di palma proveniente da fonti certificate come sostenibili, aderendo a standard come quelli stabiliti dalla Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO).

Queste misure cercano di garantire che l’olio di palma utilizzato sia prodotto in modo responsabile e non contribuisca alla deforestazione o violazioni dei diritti umani.

Se l’olio di palma ha subito levate di scudi e aspre critiche, l’avocado, al contrario, è diventato prodotto ed ingrediente alla moda e molto richiesto.

L’avocado, infatti, che pure ha un forte impatto ambientale e sociale, è considerato un alimento sano e nutriente.

E’ consigliato da nutrizionisti, dietisti, biologi, da gran parte del mondo salutista, dal vicino di casa e dall’amica sempre sul pezzo.

Ma anche la coltivazione dell’avocado richiede quantità significative di acqua, causa  di stress idrico, e trasporto per lunghe distanze che può generare emissioni di gas serra.

Nonostante ciò, l’avocado è diventato molto popolare, grazie al suo contenuto di grassi sani, vitamine e antiossidanti.

Il positivo tam tam mediatico lo ha reso un alimento di tendenza per la presenza di grassi monoinsaturi e fibre.

Anche in Italia, e soprattutto in Sicilia, troviamo coltivazioni di frutta esotica tra cui appunto l’avocado.

Segnalo, tra tanti,  www.siciliaavocado.it nata nel 2013 dalla scommessa e dall’intuizione di alcuni imprenditori agricoli siciliani.

Sono partiti dalle tradizioni familiari di produzione di vigne e limoni per arrivare alla coltivazione di qualcosa di nuovo, complici l’andamento del mercato e l’evoluzione dei consumi.

Le coltivazioni di Sicilia Avocado si estendono tra le pendici dell’Etna e il mar Ionio dove microclima e terreno conferiscono ai frutti “tropicali” siciliani peculiari e pregiate proprietà organolettiche.

Coltivano e vendono, anche online, non solo avocado ma mango e papaya.

Inoltre producono e vendono AVO,  il primo olio di avocado con filiera 100% italiana.

In conclusione, la mia riflessione è su quanto il cibo, l’ingrediente alimentare e il prodotto  “processato” debbano essere frutto di ragionamenti e studio.

Ciò vale per chi coltiva, per chi produce, per chi distribuisce, per chi acquista e per chi divulga informazioni.

Forse siamo proprio noi consumatori a indicare la misura da adottare imparando a fare scelte informate e consapevoli. Andando oltre le mode e le tendenze, mettendo al centro noi stessi e quindi la salute e l’ambiente.

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